Jean Kisling.
Il
sig. Jean KISLING, 86 anni, ex pilota di caccia, ex comandante di bordo
in Air France, totalizza 27000 ore di volo. È titolare della medaglia
dell’Aeronautica e membro del Tornato Club (piloti ed ex-piloti).
La sua testimonianza riguarda un tentativo d’intercettazione UFO nel 1945 negli USA.Bisogna
ricordare che Jean KISLING è già stato ascoltato nel 1998 da due membri
del COMETA (Comité d’ETudes Approfondies – Ufo e difesa nazionale) e
che il suo racconto non è stato ritenuto nel rapporto finale. Grazie
all’intermediario Alain BOUDIER, la sua testimonianza è stata anche
raccolta da Jean-Gabriel GRESLE (26 marzo 2008) e Tim GOOD (autore di
“Need to know” -2006) e riportata nei loro rispettivi scritti.
Ci
rivela qui degli elementi inediti che mettono una luce interessante sul
livello delle conoscenze dei militari americani sul fenomeno Ufo.
Durante
la seconda guerra mondiale, Jean KISLING, in un primo tempo, si è
ritrovato in Tunisia. Dovendo fuggire davanti all’avanzata delle forze
tedesche, dopo diverse peripezie riesce ad imbarcare per gli Stati
Uniti.
Sul posto, le sue capacità di pilota gli permettono di essere
promosso pilota istruttore nella Air Force Army alla base di Selfridge
nello stato del Michigan, nello stesso luogo dove avrebbe condotto,
nell’estate 1945, il suo “combattimento aereo” contro degli Ufo. Quel
giorno, su richiesta del comandante della base di Selfridge, Jean
KISLING accetta di fare un tentativo di intercettazione di palloni di
osservazione, all’epoca regolarmente avvistati nei cieli del Michigan.
Questa
tentata intercettazione viene effettuata con un P47, il più potente
caccia all’epoca, il cui motore sviluppa nel 1945 una potenza vicina ai
3000 cv, in grado di superare i 10.000 metri.
Ecco la sua testimonianza.“A
quell’epoca, i cieli dello stato del Michigan erano regolarmente
percorsi da “palloni” di origine sconosciuta. Essendo il trauma di Pearl
Harbour ancora vivissimo nella mente degli Yankees, sono perlopiù
considerati da molti come dispositivi di osservazione e di spionaggio
venuti dal Giappone. Su richiesta del comandante della base di Selfridge
e in assenza di altri candidati, dopo l’esito tragico di alcuni
tentativi recenti, mi offro volontario per intercettare i “palloni” e
decollo in urgenza.
A bordo del mio P47, nonostante salissi di
quota per raggiungere il mio obiettivo, sorprendentemente, tra il mio
apparecchio e questi palloni, la distanza rimaneva immutata! Arrivato a
circa 55.000 piedi (si precisa che il modello pilotato da Kisling era
verosimilmente un P-47N, leggermente più potente del P47 che raggiunge
comunque i 43.000 piedi - 13.100 metri - con un’accelerazione di 20.000
piedi in 4,75 minuti) e nonostante le difficoltà di pilotaggio – freddo e
altitudine – riesco a sparare in direzione dei palloni una lunga
raffica con le mie 8 mitragliatrici calibro 12.7 mm.
 |
P-47 N Thunderbolt |
|
Con
mia grande sorpresa, vedo questi palloni trasformarsi in dischi
volanti, allontanarsi e sparire a una velocità eccezionale, lasciandosi
dietro delle scie simili a quelle degli aerei a reazione a grande
altitudine.
A terra, il “combattimento aereo” è seguito con
attenzione da più di 1000 testimoni oculari, con binocoli a forte
ingrandimento, telescopi (o quello che, all’epoca, ne faceva le veci). I
militari della base si sono accorti che non poteva trattarsi di palloni
di osservazione.
Di ritorno a terra, sono festeggiato come un eroe
dal colonnello comandante della base. Il rapporto viene spedito al
Pentagono. Non ci sarà nessun ritorno da parte delle autorità.”
Poco
dopo la fine delle ostilità, nel 1947, Jean Kisling entra a far parte
di Air France come giovane co-pilota sugli aerei di linea di tipo
“Constellation”. Ci racconta.
“ Nel 1952 0 1953, durante uno
scalo a New York/Ildewild, siamo informati dal Direttore dell’aeroporto
che il nostro Constellation sarà oggetto di un’attenzione particolare da
parte di una scorta di guardie armate. Egli ci spiega che dovremo
caricare una delegazione di una decina di persone lungo la pista e che
questi ultimi saranno gli unici passeggeri. E difatti, noto che la
scorta sta sorvegliando accuratamente l’imbarco badando che nessuno
sguardo indiscreto possa spiare il gruppo in partenza.
A
quell’epoca il volo era lungo (12 ore circa), a un certo punto io vado a
stendermi sul retro dell’apparecchio riservato alla delegazione e mi
ritrovo seduto accanto ad una persona di circa 60 anni. La conversazione
finì stranamente sulla questione degli Ufo, mi metto a raccontare il
mio vissuto nel Michigan.
Il mio interlocutore mi informa che,
una volta arrivata a Orly (Francia), la delegazione che egli guida dovrà
prendere una coincidenza in direzione dell’Europa dell’Est per andare a
discutere – tra le altre cose – di questa questione solforosa con i
suoi omologhi sovietici. Aggiunge che loro (gli americani) sanno
perfettamente chi sono. La CIA, già …. Dice anche che al Pentagono
esiste un ufficio dedicato allo studio dei “flying discs” e rivela che
hanno recuperato, anni addietro, un disco volante che si era schiantato
nelle vicinanze di El Paso (Texas) i cui occupanti tutti erano deceduti.
Alla mia domanda; “perché non informate i cittadini
americani?”, mi risponde che è impossibile rivelare la verità in quanto
ciò creerebbe un panico generale su tutto il pianeta!
Più tardi,
negli anni 60, ho avuto di nuovo l’occasione di confrontarmi col
problema Ufo in Argentina dove l’osservazione di tali fenomeni aerei non
è rara.”
A più di 63 anni da questi avvenimenti, qual è il sentimento di Jean Kisling riguardo a questo enigma?
Ecco la sua risposta.“
per me, non c’è il minimo dubbio, i dischi volanti esistono e
provengono di un altro sistema solare. Sono estremamente sorpreso che i
cosiddetti grandi scienziati rifiutino ancora ostinatamente di accettare
l’idea dell’esistenza di una vita E.T. intelligente. Di fronte a questa
sfida all’umanità, io dico che siamo ancora all’epoca di Galileo! ….”
Analisi della sua testimonianza.Tenuto
conto della sua personalità e della sua carriera, risulta difficile
mettere in dubbio la sincerità e l’autenticità della testimonianza di
Jean Kisling riguardo a un evento osservato inoltre da un migliaia di
testimoni oculari. Questa testimonianza, eccezionale a più di un titolo,
solleva un certo numero di domande per quanto riguarda la posizione
ufficiale delle autorità americane nei confronti degli Ufo da una parte,
e le loro azioni ufficiose dall’altra.
1 - la presenza di
oggetti non identificati che sorvolavano il territorio americano durante
l’estate 1945, non era una vera sorpresa per le autorità americane:
operazioni di difesa aerea erano state ingaggiate, giustificate dalla
situazione di guerra con il Giappone e il trauma di Pearl Harbour, e un
certo numero di aerei dispersi per cause non delucidate;
2 –
contrariamente alla posizione ufficiale delle autorità che afferma la
non esistenza del fenomeno Ufo, le autorità americane avevano
perfettamente identificato Jean Kisling come ex pilota di caccia negli
Stati Uniti e co-pilota a Air France;
3 – quindi non potevano
ignorare la sua vicenda con i “palloni” del Michigan. Il fatto che
nessun RETEX (REtour d’EXperience) fu rispedito dal Pentagono alla base
di Selfridge pone una vera domanda. Può anche dare una vera risposta di
per sé….
4 – è sorprendente che il capo della delegazione abbia
legato così facilmente con Jean Kisling. Egli racconta che le autorità
americane hanno recuperato un oggetto materiale con EBE (Entità
Biologiche Extraterrestre) decedute (non si tratta del caso di Roswell
del luglio 47 nel Nuovo Messico, ancora controverso oggi). A quale
scopo? descrive infine – sempre a quale scopo? – lo scopo della
delegazione, le discussioni tra autorità russe e americane sulla
questione Ufo, che testimonierebbe una tacita intesa tra le due
superpotenze di quell’epoca.