martedì 31 gennaio 2012

Importante caso Radar-visuale del 1956 nei cieli dell'Inghilterra

Tra tutti gli avvistamenti riportati, i più interessanti sono quelli effettuati da personale militare, dal momento che la preparazione impartita in merito a quali velivoli solchino i cieli è un fattore che fa sì che, allorquando un membro delle forze armate affermi di aver visto un Ufo, ben difficilmente si potrà trattare di una errata interpretazione di fenomeni celesti o di una fallace identificazione di un velivolo terrestre.
Proprio in quest'ottica risulta di estremo interesse un caso risalente all'agosto del 1956. Freddie Wimbledon, controllore di volo presso la base RAF (Royal Air Force) di Neatishead, nel Norfolk, stava svolgendo le sue mansioni presso la torre di controllo quando giunse la comunicazione, da parte della base USAF (United States Air Force) di Lakenheath, nel Suffolk, che i radar della base medesima riportavano la presenza di un UFO. Freddie Wimbledon si accorse che anche i radar di Neatishead segnalavano un oggetto non identificato nei cieli soprastanti. Un intercettore Venom venne fatto partire in scramble dalla base, per andare a vedere da vicino cosa fosse il velivolo sconosciuto. Come ebbe a dichiarare Wimbledon nel 2001, a 45 anni dall'evento, il pilota del Venom comunicò di aver preso contatto radar con l'oggetto, ma dopo poco lo perse, per scoprire che, in maniera inspiegabile, l'oggetto stesso si era spostato a velocità inimmaginabile dietro il Venom per poi continuare a seguirlo per lungo tratto. Nel frattempo, un secondo Venom venne fatto decollare dalla base, ma non riuscì ad avvicinarsi a meno di venti miglia dall'Ufo che, a un certo momento, prese quota velocemente scomparendo alla vista quasi all'istante.
Stando a quanto testimoniato da Wimbledon, a tutto il personale coinvolto nella vicenda venne fatto obbligo di mantenere l'assoluta segretezza su quanto accaduto.
In un caso di questo tipo, per quanto il Wimbledon sia persona degna di fiducia e abbia sempre tenuto un comportamento ineccepibile nel corso del suo servizio, si potrebbe anche essere indotti a chiedersi se il prestare credito a costui non rappresenti un semplice atto di fede. Potrebbe anche esserlo, non vi fosse una solidissima serie di elementi a supporto. Primo elemento è costituito dal riconoscimento ufficiale, nel 1969, da parte dell'USAF di suddetto incidente. Non solo, come si può leggere in alcuni documenti presenti nei file rilasciati dal governo inglese, anche un funzionario del Ministero della Difesa, tale Ralph Noyes, in una lettera indirizzata al Ministero della Difesa stesso, comunicava di avere visionato i filmati ripresi dalla videocamera montata sul Venom decollato per intercettare l'oggetto.
In merito a cosa fosse l'oggetto non è tuttavia possibile esprimersi con certezza. Essendo il 1956, tuttavia, si può escludere si trattasse di un qualche velivolo sperimentale statunitense, dato che la superiorità tecnologica mostrata era semplicemente impensabile per l'epoca.

Il De Havilland DH-112 Venom usato per intercettare " l'intruso "

lunedì 30 gennaio 2012

L'UFO DI INDIANAPOLIS

Anche questo fu un importante avvistamento, dove i Servizi segreti decisero di insabbiare definitivamente il "Problema UFO".
Lo scenario dell'avvistamento sembra tolto da da un racconto di G. Wells e non dalla realtà.
Era notte, la notte di un Sabato, 13 Luglio, 1952, le strade ed i luoghi di svago della città si stavano vuotando. All'improvviso un brillante splendore giallo illuminò il cielo notturno.
I sorpresi cittadini alzarono la testa per cercarne la ragione, ed ecco presentarsi un'Enorme Macchina Ovale che stava sorvolando la città, proveniente da Sud-Est.
Venne calcolato che era ad appena 1500 m. di quota. All'improvviso la città cadde nel buio! Due aerei che stavano avvicinandosi all' Aeroporto per atterrare, videro scomparire tutte le luci della pista, e dovettero fare un lungo giro in attesa che ritornassero le luci segnaletiche sulla pista...
A vederla passare sulle proprie teste furono migliaia di persone... Dopo due minuti la polizia, l'Aeroporto e le redazioni dei giornali cominciarono ad essere subissati da concitate telefonate di allarmati cittadini che chiedevano spiegazioni..
Chi vide l'Oggetto, si affrettò a comunicarlo a chi non l'aveva visto. Per qualche tempo sembrò che si stesse per scatenare un'ondata incontrollabile di panico!
Ma il Disco, fortunatamente , se ne andò...
Quando lo sconosciuto Apparecchio stava per avvicinarsi ad Indianapolis, no furono pochi i piloti di aerei di linea ad averlo visto...
Uno di essi fu il Cap. Richard Case, che era al comando di un bimotore Convair, dell'American Airlines. Quando lo scorse per la prima volta si trovava poco meno di 50 Km a Sud-Est della città, e volava a 500 Km/h.
"Era un Apparecchio diligentemente guidato..." disse quando prese terra, più tardi. "Aveva la forma di un "piatto" e sembrava ad un'altezza di 4500 m.; si muoveva ad una velocità tripla della nostra. Poi cambiò rotta e discese fino alla nostra stessa quota; infine si diresse verso Nord-Est e passò sopra la città..."
Pressappoco nei termini laconici di questo rapporto, si espressero altri cinque piloti, uno dei quali dell'Aviazione Militare. Fino ad allora erano stati scettici riguardo gli UFO, ma dovettero ricredersi...
Ciò che portò a preoccupare maggiormente il Pentagono e l'Aeronautica fu l'isterismo collettivo (questa volta motivatosia per la spettacolarità dell'avvistamento che per la sempre proclamata inesistenza degli UFO...) che si scatenò quella notte ad Indianapolis alla vista di un solo Disco...
In tal modo, i Servizi Segreti, disponevano di una prova di prim'ordine per sapere che effetto avrebbe prodotto la vista di velivolo extraterrestre...

Incredibile IR-4 in volo nel 1960

Un interessante episodio, assolutamente sconcertante, accadde nel 1960, durante uno dei voli di collaudo di un caccia F-101 "Voodoo" ( interrcettore a lungo raggio ) effettuato in Maggio sulla Base Aerea di Edwards, in California.
L'F-101, pilotato da un Magg. dell'Aviazione ( del quale a tutt'oggi non si è riusciti a saperne il nome...) era stato seguito dal radar della Base per la manovra finale di atterraggio, quando d'un tratto apparve sullo schermo radar l'eco di un grande Disco che si... sovrappose alla traccia luminosa dell'aereo che fu visto salire e "fondersi" con la traccia del Disco, come se fosse stato risucchiato...
Dopo di che, l'enorme OGGETTO scomparve !
La distanza dalla soglia pista d'atterraggio era di 18 miglia ( 3.300 m. circa ).
Immediatamente fu dato l'allarme nella Base ed iniziarono le ricerche; ma dell'aeareo nessuna traccia.. . Fu ispezionato tutto il deserto intorno all'aeroporto, fino al mattino seguente, quando d'improvviso l'aereo... riapparve ! Atterrò, ed una volta fermo sulla pista, il Maggiore si mostrò piuttosto impreciso e disorientato. Raccontò di essere stato prelevato a bordo del Disco, con tutto il suo aereo, dove era stato poi interrogato da Umanoidi, interessati più al velivolo che a lui...
Secondo la testimonianza del Maggiore pilota, lui e l'aereo, sarebbero stati rilasciati perciò dopo 10 ore !
Un fatto comunque è certo : prima della cattura il Maggiore aveva carburante a bordo per soli 20 m. di volo ! ( Si atterra sempre con il minimo di carburante, per sicurezza ).
E quando la mattina riapparve, aveva LA STESSA QUANTITA'DI CARBURANTE, più o meno; una certa quantità fu consumata per atterrare.
Non volendo dar credito alla versione dei fatti del Maggiore, ne al radar di terra, che confermava la sua fusione/sparizione dallo schermo, non poteva essere fornita alcuna spiegazione come fosse potuto restare in volo per 10 ore !
La sconcertante vicenda finì come tante altre : dopo il suo rapporto preliminare ( debriefing ), il Maggiore fu "ricoverato" nel reparto psichiatrico della Base.
Di lì fu trasferito altrove, ma non fu mai reso noto il recapito...
Tutto il personale coinvolto nell'episodio, tutti coloro che ne furono direttamente a cono scenza, inclusi quelli che avevano letto il rapporto del pilota, furono ammoniti da funzionari del Servizio di Sicurezza, appositamente giunti, sulla base di pene detentive e delle multe previste per chi viola Segreti di Stato...! 

A tuttoggi , poco è cambiato...
I paragrafi d'ordinanza per tutte le Basi Militari, in caso di avvistamenti UFO, sono le disposizioni AFR 200-2 e JANAP-146, che prevedono fino a 10.000 dollari di multa e/o 10 anni di arresti...!

domenica 29 gennaio 2012

Caccia della R.A.F. inseguono un Ufo nella contea Kent (UK)?...

Diverse persone hanno riferito di aver visto gli UFO nel cielo dopo aver sentito aerei da combattimento volare a bassa quota sopra nord Kent durante il fine settimana. Diverse persone in tutto Dartford e Gravesend segnalato di aver sentito il rumore di caccia militari volare a bassa quota la sera del sabato.

Alcuni testimoni hanno segnalato a un sito web che raccoglie avvistamenti UFO , di aver visto delle luci brillanti inseguite da caccia militari.

Adrian e Jessica, dalla Istead Rise,hanno pubblicato sul sito: "Abbiamo guardato fuori sulla terrazza verso il cielo e abbiamo visto un oggettorossastro/ arancione (che era molto basso nel cielo) ed era di forma ovale, ma piuttosto grande.

"Si muoveva in modo insolito (a differenza dei velivoli convenzionali)
e ha fatto un brusco cerchio stretto prima di scattare via in modo così veloce tanto che oramai era troppo tardi per i due aerei che sono apparsi per raggiungerlo.

Matt, dal Dartford, anche pubblicato, dicendo: "ne vedo molti di circa 50 [sic.] che sembravano essere luci / stelle, a prima vista nel cielo.

"Dopo un esame più attento, sembravano in movimento, poi un
forte rombo di aerei da combattimento che sono passati molto molto bassi .... ho sentito un paio di forti botti , è tutto molto inquietante e molto strano."

E la gente ha scritto sulla nostra pagina di Facebook per lamentarsi del rumore.

Clare Marvellarsely Mad Knowlesha hanno scritto: "!? Cosa era tutto quel rumore??? , aerei che volano a bassa quota???  [. Sic] sono tutti fuori!"  
Una spiegazione ancora non confermata è che sarebbe stata un'esercitazione di addestramento della RAF in preparazione per le Olimpiadi.

http://www.kentonline.co.uk/gravesend_messenger/news/2012/january/23/ufo_sightings_as_fighter_jets.aspx 

Zona dell'avvistamento.    

sabato 28 gennaio 2012

Un pilota di aereo di linea divulga il suo avvistamento UFO del 1976

La traversata ai comandi di un Boeing 747 è una sorta di routine per Jean-Marie, pilota di linea in una compagnia nazionale. E nulla sembra disturbare il suo volo di quel bel venerdi del mese di ottobre del 1976.

Lui è felice: tra un paio di ore, troverà i suoi figli e, in particolare, il suo figlio più grande che festeggerà il 10° anno d'età. E' in questo preciso momento che pensa a questo regalo arrivato da un altro mondo che lui vide per la prima volta. Forte, intensa, immobile, una luce sembrava levitare nel cielo assolato che domina i confini d'Europa.

La procedura è chiara. Jean-Marie sapeva cosa fare. Ma gli apparecchi di comunicazione non funzionarono più. Si poteva provare a ripristinare il tutto, ma non c'era modo di raggiungere la torre di controllo. Si poteva correre verso la sua destinazione, la luce sembrava immobile. Un fenomeno che andava oltre i limiti del ragionevole o, per lo meno, i limiti conosciuti della Fisica.

Dopo numerose prove, Jean-Marie riesce ad unirsi ad un altro aereo, che vola verso un'altra capitale europea. Se la sua prima preoccupazione fosse quella del buon funzionamento della radio, Jean-Marie resta senza voce quando l'altro pilota, il cui piano di volo era assolutamente diverso dal suo, chiese se aveva modo di vedere la luce nel cielo. Ascoltando la risposta affermativa, il comandante di bordo chiamò gli equipaggi di altri aerei.

Tutti vedettero la luce. Il Sole? Era di fronte a loro, mentre la luce si trovava sul lato. Raggruppando le informazioni, sembrò essere molto lontana.

Buone notizie: il collegamento con la torre di controllo iniziò a funzionare di nuovo. Tutte le torri di controllo ricevettero lo stesso messaggio. Una sorta di panico si impossessò dei piloti prima di riportare i rispettivi velivoli al sicuro.

Come risposta, gli venne riferito che la segnalazione del "fenomeno" fu trasmessa alle autorità competenti. La Forza aerea di ogni Paese inviò degli aerei da combattimento. Ma quando arrivarono sulla scena, determinata dall'intersecazione dei dati dei navigatori di ogni velivolo, non videro nessuna traccia del passaggio di un oggetto volante, identificato o non.

Una volta atterrato, Jean-Marie e il suo equipaggio vennero immediatamente prelevati da dei militari che non indicarono l'unità d'appartenenza. Volevano un debriefing. Jean-Marie spiegò loro ciò che vide, ponendo domande naturali che gli vennero in mente, ma non ottenendo mai una risposta. Gli fu intimato, semplicemente, l'ordine di non dire a nessuno ciò che vide.

La minaccia? Il divieto definitivo di volare. Oggi, Jean-Marie è in pensione e ama raccontare la sua storia agli amici che lo vanno a trovare. Lo ascoltiamo parlare. Jean-Marie racconta bene. Sorridiamo. Non c'è più tempo a rilanciare il dibattito sugli UFO. Jean-Marie non sa quello che vide, ma sa che c'è una soluzione razionale a tutto ciò...a meno che...

http://www.rtl.be/loisirs/detente/insolite/20007/un-pilote-de-ligne-face-a-des-ovnis-

Il caso Ufo avvistato dal volo della Toa Airways giapponese nel 1965


Fonte: Tokyo Japan Times, 21 Marzo 1965 (UPI), Mainichi Daily News (Tokyo), Marzo 22

Il racconto che segue è estratto dal Japan Tokyo Times del 21 marzo 1965 ed è una versione proveniente dall’Agenzia UPI di Hiroshima.
“Tre piloti di aerei giapponesi hanno riferito (a rapporto venerdì sera) di essere stati inseguiti da un disco volante  mentre si trovavano sul loro volo di linea tra Hiroshima ed Osaka. Il primo ad aver visto il cosiddetto disco volante è stato Yoshiaka Inaba, pilota delle linee aeree domestiche TOA(東亜航空 Tōa Kōkū), mentre pilotava il suo Convair-240 con più di 40 passeggeri a bordo sopra Himeji, vicino a Osaka. Riporta nel suo rapporto che dopo aver lasciato Hiroshima , poco dopo le 07:00 “‘Un misterioso oggetto ellittico luminoso è apparso subito dopo che avevo passato Himeji. Volavo al momento ad una altitudine di circa 2.000 metri. L’oggetto ci ha seguito per un po ‘, e poi si è fermato per circa tre minuti, poi ci ha seguito lungo la mia ala sinistra attraverso il Mare Interno per una distanza di circa 90 chilometri (55 miglia) fino a quando abbiamo raggiunto Matsuyama sull’isola di Shikoku. E poi scomparso.
(foto esempio)
“Riferisce che l’oggetto emetteva una luce di colore verdastro, luce che ha diffuso un bagliore che ha disattivato sia la bussola che la sua radio (lato pilota). Riferisce di aver cercato di contattare la torre di controllo di Osaka, ma senza successo. “Il suo co-pilota “Tetsu Umashima” ha cercato allora di contattare la torre Matsuyama per riferire sulle loro osservazione dello strano oggetto. Mentre stava cercando di farlo, la sua chiamata è stata interrotta dalla comunicazione urgente da parte di “M. Negishi” pilota di un Piper-Apache della Tokyo Airlines, che ha detto di essere inseguito anche lui da un ‘misterioso oggetto luminoso’ mentre era in volo lungo lungo il bordo settentrionale della città di Matsuyama. ” Inaba, un veterano di 20 anni con oltre 8.600 ore, ha detto che era la prima volta nella sua esperienza di volo che aveva mai visto un tale oggetto. “
Classificazione – (NICAP UFO Investigator, Vol. 3, No.1; Volume II of the UFO Evidence, Hall)

UFO avvistato da un aereo di linea in Perù

Un oggetto volante non identificato (UFO) è stato fotografato durante un volo di linea sul Perú il 18 giugno del 2010. L’oggetto è stato visto in pieno giorno durante un volo TACA diretto da Lima a Piura.
L’oggetto era visibile con un certo dettaglio da un’ala del velivolo. Intorno alle 3:00, uno dei passeggeri TACA ha visto l’oggetto al di là di una delle ali. Non credendo a quello che stava vedendo, il passeggero ha allertato gli altri viaggiatori, ed è stato così in grado di accertare che anche essi vedevano la stessa cosa.
Ha poi preso la sua macchina fotografica e ha scattato la foto ( qui a fianco ), che è stata consegnata alla società per le indagini sugli UFO del Perù.
Il passeggero è un famoso avvocato, pertanto ha chiesto la riservatezza

mercoledì 18 gennaio 2012

UFO SIGARIFORME FOTOGRAFATO IN INGHILTERRA NEL 2009

Il 13 ottobre 2009, sulla verticale dell’aeroporto di Heathrow (Londra, Inghilterra) una testimone appassionata di fotografia aeronautica, di nome Susan, scattando alcune fotografie agli aeroplani che partivano e atterravano dall’aeroporto londinese ha immortalato casualmente un oggetto sigariforme che stazionava al di sopra di un aereo di linea. Nella parte superiore destra della foto appare in effetti un oggetto allungato di colore grigio o nero che sembra non riflettere la luce solare.


Gli ingrandimenti effettuati successivamente al computer mostrano che l’oggetto volante non ha ali e ciò farebbe escludere che sia un velivolo convenzionale.

La foto è stata sottoposta all’esame di alcuni esperti di fotografia che hanno confermato la presenza dell’oggetto ma non hanno potuto dare una spiegazione razionale dell’evento. Sembra dunque si tratti di un vero e proprio oggetto non identificato, una sorta di astronave madre...

Bolzano, avvistato un UFO sopra l’aeroporto nel 2009

BOLZANO. Un disco volante che solca i cieli di Bolzano a 3.500 chilometri orari, disegnando traiettorie a 90 gradi. «Mai visto nulla del genere», raccontò il protagonista dell’avvistamento, l’architetto (e pilota d’aereo) Maurizio Ambrosini.
 Un episodio eccezionale, che suscitatò un enorme interesse nel Centro ufologico nazionale
 La testimonianza di Ambrosini è considerata particolarmente attendibile proprio perché la sua esperienza di pilota gli ha consentito di notare e descrivere con raziocinio dettagli tecnici che sfuggirebbero alla maggior parte delle persone.
 Il fatto è avvenne il 3 luglio del 2009, testimoni furono anche la moglie ed i vicini di casa di Ambrosini. «Un Ufo? Sì, se lo intendiamo nel senso letterale del termine – disse Ambrosini – ovvero un “oggetto volante non identificato”. Io un apparecchio che viaggia a quella velocità e che disegna traiettorie ortogonali non l’ho mai visto e non sono a conoscenza dell’esistenza di nulla del genere».
 Ma cos’aveva visto? «Io abito vicino all’aeroporto. Quella sera, era già l’imbrunire, sono stati i miei vicini a chiamarmi. “Maurizio, Maurizio, vieni fuori!” mi hanno gridato. Ho visto un disco, dal diametro di circa venti metri, arrivare a gran velocità verso l’aeroporto: ho subito preso il binocolo per osservare il fenomeno. Si è posizionato sulla perpendicolare della pista di San Giacomo. Era a 800 metri di quota e si è portato a 1.500. Al centro si è acceso un faro rosso contornato di giallo, poi ho notato altri fari rossi, sempre contornati di giallo. Il disco disegnava con piccoli spostamenti traiettorie a forma di 7, con angoli ortogonali, impossibili per un aereo o un elicottero».
 Poi? «A quel punto – prosegue l’architetto – ha cominciato a salire, direi ad una velocità di 10.000 piedi all’ora. Una stima per difetto». Per la cronaca, significa circa 3.500 chilometri orari: «Nessun velivolo, neppure i più moderni caccia militari, sono in grado di muoversi a quella velocità». «Con un colpo “secco” è scomparso dalla mia vista. Il tutto sarà durato almeno dieci minuti e la cosa straordinaria – prosegue Ambrosini – è che non c’era il minimo rumore».
Alla domanda di quale idea si fosse fatto di ciò che aveva visto , lui rispose: «Non saprei. Non ho pensato agli “omini verdi con le antenne”, tanto per capirsi. Posso solo dire che quello era un oggetto volante che non si muoveva secondo i parametri conosciuti. L’unico rammarico che ho, è di non essere riuscito a fotografarlo».
 Ambrosini (che la sera stessa ha avvisato i carabinieri) ha segnalò il fatto al Centro ufologico, che prese sul serio l’avvistamento. Per altro fu uno dei tanti avvenuti  quell'estate in regione: tredici quelli registrati ufficialmente in Trentino Alto Adige.

martedì 17 gennaio 2012

Missione AVIATR esplorerà Titano volando nella sua atmosfera

Se pensate che uno dei corpi rocciosi più interessanti del Sistema Solare sia Marte e il suo passato umido, o Europa e il suo mare sotto la calotta di ghiaccio, vi sbagliate. “Dal punto di vista scientifico, Titano è l’obiettivo più interessante nel Sistema Solare” spiega Jason W. Barnes, professore della University of Idah.
Questo interesse particolare per Titano è dovuto alle sue caratteristiche quasi uniche nel nostro sistema planetario: è l’unico corpo, oltre alla Terra, a possedere un’atmosfera densa, liquidi sulla sua superficie, e persino precipitazioni, anche se di idrocarburi.
Barnes ed altri 30 ricercatori sono stati impegnati per gli ultimi anno nello sviluppo di una missione robotica su Titano definita AVIATR (Aerial Vehicle for In-situ and Airborne Titan Reconnaissance), che vede la partecipazione di un aeroplano di 120 kg di peso adattato per il volo nella densa atmosfera della luna di Saturno.
AVIATR sarà composto da tre veicoli: uno per il viaggio nello spazio fino alla luna, il secondo per la discesa nell’atmosfera di Titano, e l’ultimo consiste in un aeroplano in grado di perlustrare l’atmosfera.
L’obiettivo della missione AVIATR è quello di studiare la geografia di Titano e la sua atmosfera. Il velivolo di esplorazione cambierà altitudine di volo ogni giorno, da 14 km a 3, 5 sopra la superficie della luna e scattando fotografie della sua geografia.
AVIATR è stata concepita come una “missione di complemento“: può essere portata a termine parallelamente ad altre missioni di esplorazione di Titano, e ad un costo relativamente contenuto che ammonta a circa 715 milioni di dollari.
La scienza dietro ad AVIATR potrebbe essere di complemento agli studi scientifici che possono essere svolti sia dall’orbita sia da piattaforme sulla superficie” spiega Barnes.
Titano è il luogo migliore di tutto il Sistema Solare per far volare un aeroplano. Possiamo andare dove vogliamo“. Se paragonata a quella della Terra, l’atmosfera di Titano è molto più densa, e la luna di Saturno ha un’attrazione gravitazionale sette volte meno potente di quella del nostro pianeta.
L’atmosfera di Titano è composta al 98, 4% da azoto e per la rimanente parte da metano e idrogeno. Questo mix di gas crea una pressione atmosferica 1,4 volte più forte di quella terrestre, rendendo possibile per un essere umano volare soltanto utilizzando un paio d’ali battenti attaccate alle braccia.
Il problema dell’esplorazione volante di Titano è che occorre superare dei forti venti atmosferici regionali, che impedirebbero a velivoli come palloni sonda di muoversi dalle zone equatoriali a quelle polari. Ai poli, inoltre, il clima è particolarmente violento, e un pallone pieno di gas potrebbe facilmente essere messo fuori gioco.
Un pallone trascinato nei venti regionali vicino all’equatore non avrebbe modo di viaggiare verso le regioni polari per osservare laghi e coste. Anche se fosse possibile andare in quella regione, non è chiaro se sarebbe preferibile inviare un pallone sonda ai poli di Titano, in cui si svolge l’attività meteorologica più violenta. AVIATR è in grado di volare ai poli e sufficientemente robusto per sopravvivere“.
AVIATR viaggerà costantemente verso ovest, in modo tale da rimanere sempre sotto l’illuminazione solare. Sarà possibile quindi raccogliere tonnellate di materiale fotografico mentre il velivolo di esplorazione plana tranquillamente nell’atmosfera.
Il progetto potrebbe non vedere la luce molto presto: occorrerà aspettare il 2020 perchè la NASA possa valutare la possibilità dell’esplorazione di questa curiosissima luna di Saturno, e occorreranno ulteriori 7 anni dalla completamento della sonda per vederla esplorare l’atmosfera di Titano.

Ufo “avvicina” aeroplano durante parata militare a Città del Messico

UFO “partecipa” alla parata militare: il filmato di Tercer Milenio. Il video di questo avvistamento UFO (pur sempre presunto) che vi presentiamo presenta dei piccoli retroscena. Da circa un mese, negli ambienti ufologici internazionali, circolava la voce che esistesse un video di UFO durante una parata militare: tuttavia in pochissimi sembravano affermare di poterlo aver visionato. Una video, con un titolo che sembrava descrivere l’avvistamento, era stato pubblicato su YouTube: dopo un qualche ora però era stata eliminata dall’ autore. Non è risaputo se si trattasse di questo avvistamento o di altro.Sembrava profilarsi il caso di un “avvistamento-fantasma”, di cui tutti parlano ma nessuno ha visto. Poi, qualche giorno addietro, la trasmissione tematica Tercer Milenio, tra le più seguite nel genere, ha trasmesso uno speciale con le immagini. Le riprese sarebbero state effettuate dal gruppo dei “Vigilantes” e risalirebbero a settembre.

In Messico, dove la tematica UFO è molto sentita, non è raro notare numerosi appassionati girare per le strade sempre muniti di videocamere. Una tradizione consolidata che spiegherebbe, in parte, il perché di contributi sempre numerosi di fonte messicana.In ogni caso, il video in questione, mostrerebbe un oggetto volante non identificato librarsi durante l’esibizione aerea. Si inserisce in un gruppo di velivoli militari che giungono in formazione.E’ un UFO nel senso classico del termine? Come sempre, in ogni occasione in cui vi è un avvistamento in video o in immagini, le variabili possono essere numerose. A cominciare da quelle convenzionali. L’oggetto volante, per giunta di piccole dimensioni, non sembra facilmente riconoscibile. Nel servizio Tv, si tende ad escludere la presenza di un modellino radiocomandato. Interferire durante una parata militare, anche involontariamente, viene considerato un reato piuttosto grave in Messico.  (Foto e video: @tercemilenio YouTube)

Ufo manovra ad alta velocità in prossimità della stazione spaziale cinese Tiangong 1

La Shenzhou 8, è una missione spaziale appartenente al programma spaziale cinese che ha utilizzato la capsula Shenzhou. Tale missione è stata lanciata alle ore 05,58 (ora locale) del primo Novembre 2011, dalla base posta nel Deserto Del Gobi, la missione è priva di equipaggio. L’obiettivo è stato quello di effettuare un Rendezvous con aggancio con il modulo spaziale Tiangong 1, (Casa Del Paradiso, in italiano), lanciato il 29 Settembre 2011. Le procedure di aggancio e sgancio sono state pilotate dal centro di controllo di terra.
Proprio durante tale manovra incredibilmente si nota un oggetto volante di forma discoidale avvicinarsi ad alta velocità al vascello Shenzhou 8 per poi cambiare istantaneamente la sua posizione accelerando quasi in direzione opposta.L’oggetto spaziale compie un movimento intelligente che non lo rende comparabile a nessuno degli oggetti celesti conosciuti ne tantomeno ad un oggetto di costruzione terrestre.La struttura e il comportamento dell’ufo sono riconducibili alle numerose segnalazioni di oggetti volanti non identificati che solcano il nostro pianeta e lo spazio esterno.Un altra prova che si aggiunge alla casistica ufo nello spazio che ha visto questa volta protagonisti i colleghi della NASA cinesi, i quali come succede spesso hanno subito cambiato inquadratura non appena avvistato il misterioso intruso.

Germania: aerei intercettori inseguono ufo,che scompare misteriosamente

Un video che ha davvero dell’incredibile sta facendo il giro del mondo in questi giorni. Si tratta di un video registrato in Germania il 20/11/2011 e caricato su you tube lo stesso giorno dall’utente  “. Non si conosce la località esatta nella quale siano state effettuate le riprese, le quali hanno comunque catturato l’attenzione di molti appassionati e ricercatori.
Nel filmato in questione notiamo dapprima tre caccia intercettori poi circoscritti a due velivoli all’inseguimento di un oggetto volante non identificato visibile davanti ad essi. Da quello che possiamo vedere, l’ufo di conformazione sferica e luminosa procede costantemente sulla sua traiettoria a velocità elevata, costringendo i caccia intercettori ad utilizzare i dispositivi dei post bruciatori per mantenere lo stesso andamento.
Due caccia intenti ad intercettare un ufo
Come si può notare dal video abbiamo una classica formazione aerea militare denominata "Fluid Two" dove due aerei si trovano alla stessa quota ed allineati uno di fianco all'altro pronti per l'intercettazione. La distanza tra i due velivoli varia in genere dai 4.000 ft ai 6.000 ft.
Il testimone oculare successivamente si sofferma sul particolare delle scie di condensa emesse dai velivoli, per poi ritornare con un inquadratura a tutto campo dell’inseguimento aereo in atto.Proprio in questo preciso frangente notiamo alcuni particolari interessanti:
1 – Il primo caccia (quello a sinistra) ha spento i post bruciatori; come si può notare dall’ultima immagine di riferimento l’ufo effettua un cambiamento di rotta spostandosi verso destra e mettendo “fuorigioco” il primo aereo che non può sfruttare maggiormente la sua velocità per intercettarlo.
2- l’ufo adesso non è più davanti agli stessi aerei ma è a ridosso (a fianco) del jet a destra del nostro schermo, una frazione di secondo prima di dileguarsi e scomparire misteriosamente lasciando “solo” l’aereo all’inseguimento che effettua una virata a destra perdendo completamente di vista l’oggetto volante non identificato.

L'ufo rallenta e si "affianca" al caccia intercettore una frazione di secondo prima di scomparire.

E' di sicuro un video molto interessante e particolare , ancora è presto per trarre delle conclusioni ,  e vi aggiornerò non appena ci saranno ulteriori sviluppi in merito.

sabato 14 gennaio 2012

1954: BOAC UFO Incident

Incredibile incontro UFO a 6.000 mt di altezza :
Dagli anni '50 in poi, la stampa di tutto il mondo ha periodicamente riferito, con monotona identità, notizie di incontri di aerei di linea e privati con oggetti volanti non identificati.

Tali episodi assommano ormai a centinaia e centinaia, se ci si limita a considerare quelli di cui gli organi di informazione hanno dato notizia. Ma un calcolo ben più realistico, fondato sulla ovvia considerazione che difficilmente un pilota civile è disposto ad affrontare le conseguenze dell'ammissione dell'avvistamento di qualcosa in grado di ingenerare scetticismo o dubbi sul suo equilibrio psico-fisico, potrebbe moltiplicare per 8 i casi di questo genere. Ricordiamone qualche esempio:

30 Giugno 1954 = partito dall'aeroporto di New York per Londra alle 17:30, lo Stratocruiser G-ALSC "Centaurus" della BOAC, si trovava a quasi 45 minuti di Goose Bay (Labrador) ad una quota di circa 6000 metri, improvvisamente il Comandante James Howard, ed il secondo Lee Boyd   notarono, in lontananza, qualcosa di enorme, era un corpo gigantesco che volava quasi alla loro stessa altezza sull'Oceano.

Per 18 minuti 11 persone dell'equipaggio e 12 passeggeri poterono osservare distintamente ad una distanza di circa 8 Km, una colossale piattaforma aerea che procedeva alla stessa velocità di crociera del Centaurus, a circa 500 Km/h. Dal grande apparecchio entravano ed uscivano oggetti volanti più piccoli. Vista di taglio, la piattaforma, assumeva, via via degli aspetti diversi. Alle volte sembrava un triangolo, altre volte la punta di una freccia, altre volte ancora ricordava un ricevitore telefonico visto orizzontalmente. Tali descrizioni hanno indotto a ritenere che l'ordigno avesse una forma a Delta ed uno scafo piatto, ad eccezione dei bordi, solo due dei quali sarebbero terminati in strutture laterali cilindriche (o più probabilmente coniche o tronco-coniche) snodatisi da un vertice comune lungo due lati dell'ordigno triangolare. Sia Howard che Boyd si dissero convinti del fatto che il misterioso oggetto fosse controllato da una intelligenza cosciente...







3 UFO osservati da un aereo. La prima foto si riferisce ad un UFO comparso sopra i cieli della capitale del Cile; mentre la seconda e la terza foto (scattate in due momenti differenti da un oblò) sono state realizzate dall'Astrofisico Hynek, il maggiore studioso mondiale del fenomeno UFO.

UFO fotografato sopra l'aeroporto Internazionale O'Hare di Chicago

Sembra il solito vecchio scherzo, ma gli impiegati di una compagnia aerea all'origine di questa storia non hanno alcuna voglia di scherzare e sono molto contrariati perchè sanno già che nessuno li prenderà sul serio: né i loro capi né il governo.

Il fatto è che alcuni impiegati della United Airlines hanno affermato di aver visto un oggetto volante a forma di disco sorvolare per diversi minuti a bassa quota l'Aeroporto Internazionale O'Hare di Chicago; l'oggetto si sarebbe poi dileguato attraverso le fitte nuvole che incombevano sulla zona con una energia ed una velocità tali da "forarle" letteralmente e da lasciare in esse un "buco" da far accapponare la pelle.
Era una nave spaziale? Era un pallone aerostatico sperdutosi sui cieli del secondo aeroporto più congestionato del mondo? Forse era un ordigno militare segretissimo? Oppure si è trattato di un banalissimo gioco di luci che ha ingannato la vista dei testimoni?
Intervistati dal Chicago Tribune, gli ufficiali della United hanno affermato di non essere a conoscenza dell'evento accaduto il 7 novembre - evento che, invece, era stato denunciato alla compagnia da almeno dodici suoi impiegati - e la Federal Aviation Administration ricorda che alla sua Torre di Controllo all'Aeroporto O'Hare venne chiesto da parte del supervisore della United se i Controllori avessero avvistato un oggetto misterioso di forma ellittica che sostava immobile sulla verticale dell'Atrio C del Terminal della United.
D'altra parte, riferisce la portavoce della FAA Elisabeth Isham Cory, nessun controllore aveva avvistato l'oggetto ed una verifica del radar non mostrò nulla fuori dell'ordinario.
Secondo la Cory la FAA decise di non svolgere alcuna indagine sul caso ed optò per l'ipotesi che l'avvistamento fosse stato causato da un "fenomeno meteorologico".
Il racconto sull'UFO ha suscitato qualche battuta tra i controllori della torre dell'Aeroporto O'Hare.
Il controllore Craig Burzich ha scherzato:" Volare per 7 milioni di anni luce e poi dovertene tornare a casa perchè trovi il "Gate" occupato è semplicemente inaccettabile!"
Alcuni dei testimoni intervistati dal Tribune si sono detti molto contrariati dal fatto che né la compagnia aerea né il governo abbiano voluto fornire prove dell'avvistamento ed insistono sul fatto che, di qualunque cosa si sia trattato, quell'oggetto avrebbe potuto interferire con il radar dell'O'Hare o con altri equipaggiamenti ed avrebbe potuto rappresentare un grave rischio di collisione.
Il Fenomeno Aereo Non Identificato (definizione con cui oggi si preferisce chiamare gli UFO) è stato avvistato prima di tutto da un operatore alla rampa United che stava indirizzando un aereo al Gate C17 e che ha fornito il proprio resoconto al National UFO Reporting Center.
L'avvistamento è avvenuto con luce diurna, intorno alle 16,30, cioè poco prima del tramonto.
Tutti gli altri testimoni affermano che l'oggetto era di color grigio scuro e che si stagliava nettamente contro il cielo. A seconda delle testimonianze il diametro dell'oggetto viene stimato tra il metro e ottanta e i sette metri e mezzo. Non mostrava luci di sorta.
Alcuni testimoni hanno detto che sembrava un Frisbee roteante mentre altri hanno detto che non sembrava ruotare su se stesso. Sono stati tutti d'accordo nell'affermare che l'ordigno non emetteva alcun rumore e che è rimasto immobile nel cielo al di sotto del tetto di nubi fino al momento in cui è schizzato via, attraversandole.
L'avvistamento ha lasciato i testimoni molto scossi.
"Io mi ritengo una persona dalla mentalità scientifica e non capisco perchè mai degli alieni dovrebbero stazionare su di un aeroporto affollato," ha detto un meccanico della United che si trovava nella cabina di un Boeing 777 diretto ad un hangar quando ha visto l'oggetto metallico sospeso sul Gate 17, "ma so anche che quello che io ho visto e che hanno visto molte altre persone stava là fuori chiarissimo e non si trattava certo di un aeromobile terrestre".
Un operaio ha detto che un impiegato della United è apparso molto scosso dalla visione ed ha sperimentato delle "sensazioni di tipo religioso"
Un manager della United ha detto di essersi precipitato fuori dal proprio ufficio nell'Atrio B dopo aver ascoltato la descrizione dell'avvistamento su una frequenza radio interna della compagnia.
"Sono rimasto immobile fuori nell'area del Gate senza sapere che pensare, cercavo solo di trovare una spiegazione" ha detto. "Sapevo bene che nessuno avrebbe mai potuto fare una chiamata falsa di quel tipo. Ma se qualcuno aveva permesso ad un pallone meteorologico o a chissà che di sostare sull'Aeroporto O'Hare, dovevamo assolutamente fermarlo perchè la cosa accadeva troppo vicino alla zona delle nostre operazioni di volo."
Alcuni scherzano, altri studiano.
Gli archivi dei vari gruppi di studio sugli UFO sono pieni di resoconti fatti da piloti su avvistamenti di aeromobili sconosciuti e su altre anomalie che hanno colpito gli apparati di navigazione a bordo degli aerei. Alcuni esperti dicono che questi incidenti, sia che si tratti di veri e propri casi UFO, sia che si tratti di percezioni umane errate, pongono un serio rischio per l'incolumità di piloti e passeggeri.
Richard Haines, direttore scientifico dell'agenzia privata Centro Nazionale dell'Aviazione di Raccolta Dati sui Fenomeni Anomali, dice: "Si sono verificati casi documentati in cui la sicurezza è stata messa a rischio e ci rendiamo sempre più conto di trovarci di fronte ad un fenomeno intelligente."
Haines, ex capo dell'Ufficio del Centro Ricerca Ames della NASA dedicato allo studio del fattore umano nello spazio, ha aggiunto: "Dobbiamo darci da fare prima che cada qualche aereo."
Haines sta investigando sul caso dell'Aeroporto O'Hare ed ha verificato che lo scorso 7 novembre non vennero lanciati palloni di sorta nelle vicinanze e aggiunge: "Sarebbe semplicemente assurdo pensare che i militari abbiano condotto dei tests aerei sulla zona dell'Aeroporto."
Tutti i testimoni dell'evento, tra cui molti piloti, si sono detti certi, in base alla forma discoidale ed alle capacità di volo dell'oggetto, che non poteva assolutamente trattarsi di un aereo, di un elicottero, di un pallone o di qualunque altro velivolo conosciuto.

La United nega il rapporto UFO



I testimoni non sanno cosa abbia sostato per diversi minuti su quello spazio aereo riservato, ma si sentono molto frustrati dal fatto che nessun organo di potere abbia preso la cosa seriamente.

Una portavoce della United ha detto che non è stato registrato alcun rapporto sull'UFO e che gli ufficiali della United non ricordano di aver discusso dell'incidente.

La portavoce Megan McCarthy ha aggiunto: "sul quaderno usato dall'addetto di turno per riportare eventi inusuali non c'è assolutamente nulla; ho cercato dovunque, non esiste alcun rapporto di alcun genere."
I piloti di un volo United che doveva essere reindirizzato dal Gate C17 invece, sono stati avvertiti dal personale di quanto stava accadendo ed uno di essi pare che abbia perfino aperto un finestrino della cabina di comando per avere una visione migliore dell'oggetto, stimando che esso si trovasse ad una altezza di mezzo chilometro.
L'oggetto è stato visto accelerare bruscamente attraverso la fitta coltre di nubi che in quel momento stazionava sulla zona e un impiegato della United ha descritto così la scena: " E' stato come se qualcuno aprisse un buco nel cielo con un pugno."
I testimoni hanno anche detto di aver avuto serie difficoltà a seguire ad occhio nudo la corsa dell'oggetto mentre forava le nuvole. "Si è lasciato dietro un buco di cielo sereno nella cappa di nuvole e ci sono voluti alcuni minuti perchè quel buco si richiudesse."
Gli impiegati della United intervistati dal Chicago Tribune hanno richiesto l'anonimato. Alcuni di loro hanno detto di aver ricevuto l'ordine, da parte di ufficiali della United, di compilare rapporti e di fare degli schizzi dell'accaduto. La United avrebbe anche richiesto loro di non parlare con nessuno di ciò che avevano visto.


Registrazioni dell'Agenzia Federale


Come la United, anche la FAA aveva detto di non avere alcuna informazione sul presunto avvistamento UFO, ma ha dovuto rapidamente rivedere la propria posizione dopo che il giornale ha compilato una richiesta basata sulla Legge per la Libertà di Informazione. Secondo la signora Cory, un controllo sui nastri delle comunicazioni interne, fatto in ottemperanza alla richiesta del Tribune, avrebbe rivelato che ci fu effettivamente una chiamata da parte del supervisore della United al direttore della Torre di Controllo della FAA.

La Cory aggiunge che l'avvistamento può essere stato causato da particolari condizioni meteorologiche. "La nostra teoria è che si sia trattato di un fenomeno meteorologico e quella notte c'erano condizioni atmosferiche perfette perchè ciò accadesse, visto che il tetto di nuvole era molto basso ed erano presenti moltissime luci aeroportuali. Quando la luce si riflette sulle nuvole si possono vedere cose molto strane. Questa è la nostra interpretazione dei fatti."

Il Famoso Caso dell'aeroporto di Caselle

Nel 1973, soprattutto nel corso degli ultimi mesi, l’Italia fu interessata da un’ondata di avvistamenti UFO che riaccesero l’interesse della stampa (che a più riprese riportava notizie di analoghe segnalazioni avvenute negli USA) e quindi dell’opinione pubblica sul "mistero dei dischi volanti".
Nella zona di Torino si creò una vera e propria psicosi, con l’inevitabile accumularsi ed accavallarsi di testimonianze più o meno sensazionali fra le quali oggi come allora è difficile discernere l’autentico avvistamento UFO (qualunque sia lo stimolo che l’abbia generato) dall’equivoco, l’allucinazione e la mistificazione.
Il caso più eclatante, di cui si ha una prima traccia in un breve trafiletto apparso sulla cronaca cittadina del quotidiano torinese La Stampa il 1° dicembre, è quello che si verificò la sera del 30 novembre 1973 nello spazio aereo dell’aeroporto "Città di Torino", a Caselle Torinese. Si trattò di un avvistamento radar-visuale, dove cioè l’osservazione ad occhio nudo sarebbe stata confermata dal contemporaneo rilevamento radar. Episodi come questo, peraltro tutt’altro che rari nella casistica ufologica, hanno il potere di destare sensazione ed interesse non tanto per la vistosità degli eventi accaduti quanto per il fatto di essere testimoniati da persone tecnicamente qualificate e, quel che secondo alcuni più conta, da strumentazioni elettroniche cheperò, se da un lato hanno il pregio di non andare soggette ad allucinazioni come la percezione umana, dall’altro possono anch’esse essere influenzate da aberrazioni di origine strumentale (si pensi ai falsi echi o ai cosiddetti zombie).
E’ un dato di fatto comunque che quella sera, all’aeroporto di Torino Caselle, un OVNI - nel senso letterale di oggetto volante non identificato - è stato osservato da più testimoni sia a terra che in volo, ed inquadrato anche dai radar di Caselle e Mortara. Se ci dobbiamo basare sulle testimonianze raccolte, il comportamento di questo oggetto è stato descritto in maniera così strana ed anomala da escludere al momento la sua appartenenza ad una qualsiasi categoria di fenomeni conosciuti, nonostante le indebite spiegazioni fornite dal ricercatore francese Michel Monnerie [1] su cui avremo modo di soffermarci in seguito.

I racconti dell’epoca
Purtroppo nessun ufologo, comprese le associazioni all’epoca operanti sul territorio nazionale, effettuò all’epoca indagini dirette sul caso, mentre vennero riprese in chiave sensazionalistica alcune voci raccolte in ambiente militare, secondo alcuni supportate dalla lettura diretta di non meglio specificati rapporti (peraltro mai resi di dominio pubblico), redatti in seno alle autorità preposte alla difesa [2].
I più si basarono su resoconti indiretti [3] ed è chiaro che la ricostruzione dell’episodio nei suoi precisi dettagli non fu possibile, se non sulla base di quanto riferirono i giornali (oltre cento articoli sulla stampa nazionale), tutte le riviste, la radio e la televisione. Queste fonti di informazione hanno infatti, notoriamente, il difetto di risultare approssimative, inevitabilmente lacunose, e in certi casi perlomeno contraddittorie. Esse ci consentono tuttavia una ricostruzione sommaria dell’episodio nelle sue linee generali, attraverso la puntualizzazione di alcuni fatti fondamentali:
1) La sera di venerdì 30 novembre 1973, intorno alle 19.00, un oggetto luminoso è apparso nel cielo dell’aeroporto di Caselle Torinese.
2) L’oggetto sarebbe stato osservato visualmente da testimoni tecnicamente qualificati, quali gli addetti della torre di controllo e i piloti di tre aerei che, al momento, si trovavano sull’aeroporto: un Piper Navajo in fase di atterraggio (pilota Riccardo Marano), un DC-9 proveniente da Parigi (volo AZ 325, comandante Mezzalami) e un altro DC-9 in arrivo da Roma (volo AZ 043, comandante Tracquilio)[4]. A loro detta appariva come un globo luminoso pulsante, emanante cioè dei bagliori di varia colorazione, dal violetto all’azzurro al rosso.
3) L’oggetto sarebbe stato intercettato da due radar, rispettivamente dall’aeroporto di Caselle (gestito da personale militare) e dal Centro radar CRC/P di Mortara (PV). Si parlò anche di rilevamenti dei radar di Linate e Capo Mele, ma tali informazioni risultano infondate.
4) Sugli schermi radar l’eco appariva come un punto materiale di intensità paragonata a quella che può dare un grosso aereo di linea (un DC-8). Secondo la testimonianza del comandante militare dell’aeroporto di Caselle, colonnello Franco Rustichelli, l’obiettivo appariva inizialmente «immobile».
5) I movimenti dell’oggetto osservati sia visualmente che al radar, sono apparsi (e sono stati definiti) incredibili per un velivolo convenzionale: «spostamenti bruschi a scatti orizzontali e verticali ad una velocità elevatissima» stimata di quasi 5.000 Km all’ora (circa 4 mach). Sarebbe stata inoltre osservata un’ulteriore impennata in verticale di 4800 metri in circa due secondi.
6) Il pilota del Piper, Riccardo Marano, all’epoca ventottenne, tentò inutilmente di avvicinarsi all’oggetto. Mentre si apprestava all’atterraggio, il Marano fu avvertito dalla torre di controllo della presenza di un UFO che si sarebbe trovato in quel momento ad una altezza di circa 400 metri dal suolo. Il pilota si fece guidare «da terra verso l’obiettivo» e lo avrebbe avvistato visualmente quando arrivò ad una distanza stimata in circa 3.500 metri. A questo punto sarebbe cominciato il classico gioco del gatto col topo. Il globo luminoso avrebbe cominciato a fuggire, impedendo all’aereo un ulteriore avvicinamento, ed esibendo tutta una serie di evoluzioni impossibili: improvvise deviazioni, cabrate, picchiate, balli verticali, «come se giocasse a rimpiattino». Ad un certo punto «in meno di un amen», il pilota se lo sarebbe visto passare da prua a poppa.
L’oggetto sarebbe stato inseguito fino all’altezza di Voghera. Qui, essendo ai limiti della propria autonomia, Marano avrebbe desistito all’inseguimento mentre l’UFO continuava la sua fuga in direzione di Genova. Questo punto comunque, non è molto chiaro. Secondo alcuni giornali infatti, l’UFO sarebbe scomparso salendo in verticale a velocità «quadrisonica» [5].
7) L’oggetto sarebbe stato osservato inoltre da numerose altre persone, sia militari che civili, presenti a quell’ora all’aeroporto di Caselle. Da varie fonti dell’epoca emergono altre testimonianze effettuate alla medesima ora in zone limitrofe della città. Tra queste, un certo interesse riveste l’osservazione effettuata a Torino da parte di alcuni giovani, peraltro appassionati di ufologia, membri di uno dei tanti gruppi giovanili sorti all’epoca. Costoro, più o meno alla stessa ora (19-19.30) unitamente a dei familiari, osservarono ad un’altezza stimata sui 3.000 metri un oggetto apparentemente solido che, inizialmente fermo, compì diverse manovre nel giro di circa 20 minuti procedendo a grande velocità. Simile ad una stella di 1° grado, la luce - osservata anche attraverso un telescopio - era di colore bianco luminescente cangiante dal giallo al rosso al verde, e non produceva alcuna scia. Il cielo era limpido. Quasi contemporaneamente si sarebbe verificata una momentanea interruzione dell’erogazione elettrica. Per Edoardo Russo, che raccolse la testimonianza, si sarebbe trattato del pianeta Venere: è un dato di fatto che in quel periodo, in associazione alle condizioni atmosferiche particolarmente favorevoli, la maggior parte delle segnalazioni possono tranquillamente essere associate a cause astronomiche. E non è escluso che ciò possa essersi verificato anche a Caselle almeno per una parte - non tutte - delle testimonianze prodotte, non solo quella sera ma nei giorni seguenti, tanto che si parlò espressamente di «psicosi da UFO». [6]

ALLA RICERCA DELLE FONTI ORIGINALI
Fin qui le scarne, frammentarie e spesso contraddittorie informazioni raccolte attraverso i mezzi di informazione che all’epoca dettero parecchia enfasi all’episodio con titoloni in prima pagina per alcune settimane.
Come dicevamo, non ci risultano indagini dirette sul caso da parte di ufologi o associazioni di ricerca. E ciò e ben curioso se si considera che fino ad oggi tale caso è considerato vero e proprio cavallo di battaglia, un asso nella manica, sia da parte degli ufologi credenti convinti di un’intrusione extraterrestre sia degli scettici o negatori ad oltranza (quali Monnerie) convinti che la misinterpretazione del pianeta Venere associata ad aberrazioni radariche di natura strumentale possano dare una giusta collocazione in termini convenzionali dell’episodio.
Da parte nostra, in seguito ad una serie di circostanze favorevoli che hanno generato un maggiore impulso nel proseguire le indagini, in questi ultimi anni ci siamo sforzati, nonostante il notevole tempo trascorso, di rintracciare la maggior parte dei testimoni coinvolti, sia civili che militari, piloti compresi.
Da ultimo siamo inoltre riusciti ad ottenere la declassificazione, ai soli scopi di ricerca e studio (di cui questo articolo rappresenta solo una breve sintesi), dei rapporti redatti all’epoca dal personale militare coinvolto nella vicenda e che qui presentiamo in anteprima, convinti di fare cosa gradita a chi non ha dogmi da difendere né interessi economici di sorta, ma è desideroso unicamente di fare chiarezza sugli eventi, qualunque risposta possa emergere.
Il quadro che vi proporremo, come ognuno potrà constatare, non fornirà alcuna certezza ma, paradossalmente, ulteriori interrogativi. Cercheremo quindi di informare, purtroppo succintamente in considerazione dei limiti strutturali della rivista, offrendovi in maniera il più possibile asettica quanto è emerso dalle indagini tuttora in corso (il dossier completo sul caso supera le 200 pagine).

ALL’INSEGUIMENTO DELL’UFO
Riccardo Marano, a bordo del suo Piper, è stato il testimone principale del caso. Non è stato difficile rintracciarlo ma piuttosto farlo parlare in merito a questa vicenda, sebbene ci si sia avvalsi della preziosa collaborazione e mediazione di alcuni piloti in stretti contatti d’amicizia e collaborazione con lui.
Tuttora pilota e amministratore di una ditta aeronautica, il Marano - oggi cinquantunenne - non vuole assolutamente tornare su questa vicenda, dando anzi quasi l’impressione di averla voluta cancellare dalla sua memoria. Non sono chiari i motivi di questa sua scelta, a suo dire legata a particolari avvenimenti negativi verificatisi in quel periodo della sua vita. Certamente non mancherà chi tirerà in ballo pressioni da parte delle autorità soprattutto militari e dei servizi, in una logica cospirazionista tanto cara a certi ufologi.
Noi, per diretto coinvolgimento, non la pensiamo così, tenendo conto che non è la prima volta che ci troviamo di fronte a simili atteggiamenti, su cui ogni speculazione ha unicamente un valore emozionale, spesso legato ad attese e credenze dell’ufologo coinvolto.
Nonostante ciò, negli ultimi anni, il Marano sia per iscritto che telefonicamente [7] ci ha confermato in linea di massima quanto noto già all’epoca attraverso la stampa e, pur asserendo che stante il tempo passato non ricordava molto dell’avvistamento, ha ribadito con determinazione e sicurezza che quanto fu da lui realmente visto quella sera, fu esattamente riferito nel corso di una sua comparsa al telegiornale del 3 dicembre 1973 (ore 17.00) [8].
Tale intervista, sempre a detta del Marano, fu rilasciata proprio «per porre fine al polverone sollevato all’epoca dalla stampa» che gli aveva «attribuito le più disparate affermazioni». Da questa trasmissione, sinteticamente, emerge quanto segue:
a) Marano fu avvisato della presenza dell’oggetto dagli operatori radar dell’aeroporto di Caselle che confermarono di averlo anche in vista mentre si trovava sulla frequenza di avvicinamento.
b) Erano circa le 19.00 e il cielo era buio. A bordo del suo Piper (che aveva una velocità di crocera di circa 380/400 chilometri orari) poté osservare «un corpo estremamente luminoso», caratterizzato da una «luminosità che variava come se fosse stata comandata da un reostato».
c) Cercando di avvicinarsi maggiormente a questo oggetto, il Marano puntò su di esso. Ebbe però la netta impressione che si alzasse e abbassasse rispetto alla sua quota, muovendosi lungo una linea verticale.
d) Ad un certo punto con gli strumenti di bordo poté verificare che l’UFO si trovava ad una quota più bassa alla sua, per cui puntò decisamente su di esso sia per avvicinarsi, sia per far acquistare maggiore velocità al suo velivolo. Ebbe così la certezza che l’oggetto lo distanziasse con una progressione notevole. Ne conseguiva che, calcolando che stava procedendo ad una velocità intorno ai 200 nodi (circa 380 Km/h), l’oggetto doveva avere una velocità nettamente superiore alla sua (di cui il Marano non ha dato in questa sede alcuna valutazione, a differenza di quanto riportato dai giornali, asserendo di non aver a sua disposizione alcun punto di riferimento a causa anche del buio della notte).
e) Il Marano, in base alla sua esperienza, pur non dando alcuna valutazione in merito, riferì di non saper dare una spiegazione di quanto osservato.
A conferma di ciò occorre anche menzionare la testimonianza resa dallo stesso Marano al giornalista Gérard Dupagny, corrispondente di France-Inter a Roma [9], da cui emergono i seguenti ulteriori particolari:
a) L’autorizzazione a intercettare il traffico sconosciuto gli fu rilasciata dagli operatori radar della torre di controllo.
b) Per espletare questa manovra dovette cambiare direzione di rotta in quanto l’UFO si era nel frattempo spostato in direzione della Val di Susa, uscendo dalla portata degli schermi radar.
c) Un altro aereo gli indicò che l’oggetto si trovava dietro di lui ad una altitudine di circa 3.600 metri.
d) Effettuata una virata se lo vide davanti: assomigliava ad una sfera di luminosità intensa e molto bianca che dava l’impressione di aumentare e diminuire, senza spegnersi mai.
e) Trovandosi ad una altezza inferiore (circa 3.000 metri), prese quota con l’intento di avvicinarsi all’oggetto. La dinamica dell’avvistamento, a questo punto, è eguale a quanto riferito al telegiornale. Il tutto sarebbe durato all’incirca 20 minuti.
Il Marano non ha voluto entrare maggiormente nei particolari e non ci è rimasto che prendere atto di questa sua decisione. Ci è comunque possibile, in tale sede, rendere nota una nota informativa (in copia nei nostri archivi) redatta in data 13 dicembre 1973 dall’Ufficio Comando dei Carabinieri per l’Aeronautica Militare inerente al «sorvolo di mezzo non identificato» sullo spazio aereo di Caselle Torinese.
«Il 30 novembre u.s. alle ore 19.00 circa, in Caselle Torinese (TO), presso l’aeroporto "Città di Torino", Riccardo Marano ventottenne, pilota, da Torino, mentre era intento, a bordo Piper di sua proprietà, ad effettuare una manovra di atterraggio, avvistava a 400 metri dal suolo un mezzo luminescente non identificato viaggiante in direzione di Genova alla velocità di 900 Km/h. Le apparecchiature di Caselle Torinese rilevano la presenza di un "ECO".
Il Comando della I° Regione Aerea informato».

LE TESTIMONIANZE DEGLI ALTRI PILOTI
Oltre a Marano, nello spazio aereo sovrastante l’aeroporto di Caselle si trovavano anche altri due aerei DC-9 dell’Alitalia.
Il primo, proveniente da Parigi (volo AZ 325), era pilotato da Giovanni Mezzalami. Purtroppo questi, a causa di un evento tragico, è recentemente deceduto. Siamo costretti a servirci dei vari resoconti giornalistici ed in particolare dell’intervista da lui rilasciata al giornalista Dupagny [10], confermataci da altri colleghi.
Circa sette minuti prima della fine del volo, la torre di controllo li avvertì che un oggetto sconosciuto emanante una forte luce appariva sul percorso di atterraggio. Solo a due minuti dall’atterraggio e a 300 metri di altitudine, unitamente al copilota poté osservare all’improvviso una luce molto forte e brillante di colore bianco-azzurro a circa 15-20° sull’orizzonte, di cui non poté valutare la grandezza.
Più precisa e verificabile è la testimonianza resaci direttamente dall’ex comandante dell’Alitalia Franco Tracquilio [11] da noi rintracciato tramite l’ufficio personale della sua ex compagnia, pochi giorni prima che partecipasse al 4° Simposio internazionale sugli Oggetti Volanti Non Identificati e i fenomeni connessi svoltosi a San Marino (10-12 maggio 1996) su invito di Roberto Pinotti, che lo aveva casualmente conosciuto nel corso di una conferenza tenuta al Lions Club Ager Praenestinus di Palestrina (Roma) l’11 novembre 1995 [12].
Sia telefonicamente che per lettera [13] il Tracquilio ci ha riferito che l’avvistamento fu da lui osservato unitamente al copilota (di cui non ha saputo fornire le generalità) mentre ai comandi di un DC-9 era in avvicinamento finale proveniente da Roma (volo a suo avviso siglato AZ 190 e non AZ 043, dato che avrebbe dovuto verificare sul suo libretto di volo). La segnalazione fu fatta da Torino Avvicinamento che riportava un «conflitto con traffico non identificato a circa 4 miglia in finale, posizione Val di Susa» (traffico quindi intercettato dal radar). Ricorda perfettamente che Marano tentò di avvicinarsi all’UFO chiedendo assistenza radarica. L’oggetto, un globo luminoso di intensa luminosità, dava l’impressione di muoversi in senso verticale assumendo la massima lucentezza «quando - sono le testuali parole di Tracquilio - raggiungeva un picco d’altezza». Quando Marano tentò di avvicinarlo, si spostò velocemente in direzione di Voghera per poi continuare il suo volo verso le Alpi, attraversando la Pianura Padana e scomparendo alla vista diventando sempre più evanescente.
Rientrando a Roma ebbe via radio l’informativa che un radar militare (con ogni probabilità quello di Mortara) aveva confermato sia la presenza dell’oggetto che l’accelerazione da quest’ultimo compiuta (un balzo verso l’alto di circa 4-6.000 metri) in 4-6 secondi ad una velocità stimata sui 4 mach. Il Tracquilio ha inoltre riferito che una volta atterrato a Caselle, attuate tutte le procedure di rito, poté osservare (unitamente a numerose persone) la parte finale dell’avvistamento.
Tracquilio, come anche Mezzalami, non fu interrogato in merito da alcuna autorità ma ricevette unicamente la raccomandazione da parte della sua compagnia di non dare eccessiva pubblicità all’accaduto [14].

IL COINVOLGIMENTO DEI MILITARI
Sia i giornalisti che certi ambienti ufologici urlarono subito al top secret e alla "congiura del silenzio". Con un titolo emblematico ed altisonante ("Segreto il rapporto dell’A.M. sul-l’avvistamento UFO di Caselle. Perché? I nostri controlli iniziano dove gli altri finiscono") la rivista del Centro Ufologico Nazionale [15], fra le altre osservazioni cui rimandiamo i lettori, riferiva: «Un nostro collaboratore, capitano del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica [16], ci aveva prontamente informati dell’esistenza di un rapporto di una decina di pagine inoltrato, dall’Aeroporto Militare di Caselle, alla ZAT (Zona Aerea Territoriale) di Milano. Vista l’impossibilità di venire a conoscenza del contenuto di tale rapporto a Caselle, ci siamo rivolti, attraverso vari canali, agli ambienti responsabili dell’AM di Milano; ma invano. Come a Caselle, ci è stato detto che non era possibile rendere noto il contenuto della relazione in questione...».
In seguito alle informazioni assunte tramite alcune conoscenze nell’ambiente militare dell’Aeronautica dal-l’allora presidente del CUN dott. Franco Bordoni Bisleri (notissimo ex ufficiale dell’A.M.), l’estensore del-l’articolo aggiungeva: «Confessiamo che non è stato facile venire a conoscenza del contenuto del rapporto, che al momento si trova effettivamente presso l’Ufficio Operazioni della prima Regione Aerea a Milano. Specificare qui come ci siamo arrivati è ozioso. L’importante è che ci siamo riusciti. Veniamo quindi al dunque. Precisiamo subito che il documento non è stato visto direttamente da noi, ma da un ufficiale superiore dell’A.M. nostro collaboratore, che solo avrebbe potuto avere accesso agli archivi del Comando in questione. Quanto abbiamo così appreso, peraltro, potrebbe apparire piutttosto deludente. Il rapporto tratta dell’avvistamento sotto il profilo tecnico, non manca di riferire le testimionianze del personale interessato e non omette le segnalazioni visuali dell’UFO; ma conferisce scarsa importanza al comportamento anomalo del corpo volante avvicinato da Riccardo Marano attribuendo il tutto all’emotività del pilota. Analogo discorso per quanto concerne la forma e il colore della misteriosa presenza; le mutazioni cromatiche della luminosità del corpo sono messe in rapporto a fattori emozionali, ed il caso viene ridimensionato suggerendo per esso una soluzione classica, di natura meteorologica: in particolare, l’avvistamento verrebbe spiegato come un non frequente fenomeno di rifrazione di onde radar su di una massa di energia elettrostatica condensata (plasma)». Tale documento inoltre, risultava classificato come "segreto".
Le ricerche da noi effettuate presso il reparto SIOS della Prima Regione Aerea, sia formalmente che informalmente [17], hanno dato esito negativo; anche agli atti del 2° reparto dello SMA a Roma [18] non risulterebbe questa relazione. I contenuti di questo ipotetico documento risultano invece molto simili nell’insieme alle considerazioni elaborate nel 1977 da un ufficiale in congedo dell’Aeronautica, il dottor Igino Gatti, a suo tempo collaboratore ufologico dei servizi d’intelligence e in stretto contatto con il cosiddetto "collegio invisibile" degli scienziati che negli anni ’60 si occupavano in via riservata dell’argomento a livello internazionale). Da noi avvicinato, Gatti ci ha confidato di non aver potuto concludere le sue analisi in merito, in quanto non fu dato alcun riscontro alle sue richieste [19]. Questa sua relazione, che avrebbe dovuto essere riservata agli uffici competenti dello Stato Maggiore della Difesa, fu erroneamente inoltrata al CUN nel 1978 unitamente a un dossier di segnalazioni ufologiche verificatesi nel 1977 [20].
Ben diverso appare invece il rapporto redatto dal CRC/P di Mortara di recente declassificatoci, che riportiamo a margine per esteso a corollario delle nostre indagini, checché ne dicano altri autori [21]. Tale documento ci fornisce un quadro cronologico esatto degli avvenimenti succedutisi in quei giorni, oltre a confermare integralmente quanto il dottor Franco Bordoni Bisleri in data 18 dicembre 1974 riferì per iscritto all’allora segretario del CUN Giancarlo Barattini, raccomandandosi «vivamente di non far trapelare la fonte di tali notizie in quanto top secret» [22], senza peraltro rendersi conto che tali informazioni - dato fino ad oggi del tutto ignorato dagli ufologi - erano già state riferite per esteso agli organi di stampa dal col. Marco Rubbi della Prima Regione Aerea, delegato all’uopo dai suoi superiori in accordo con lo Stato Maggiore dell’Aeronautica di Roma per fare fronte alle insistenti richieste di informazioni avanzate dai giornalisti. Tali informazioni furono rese dallo stesso col. Rubbi nel corso di un telegiornale andato in onda il 3 dicembre 1973 (edizione delle 13.30), condotto dal giornalista Elio Sparano alla presenza di Giuseppe Dicorato che approfondì la questione sul settimanale Tempo in questi termini [23]:
«Sullo schermo circolare del radar, la macchia luminosa si muoveva a scatti. Non si ripresentava a ogni rotazione dell’antenna, cioè a intervalli fissi di 12 secondi: occasionalmente, la traccia scompariva dallo schermo, come se l’oggetto scoperto nel cielo dal fascio di onde del radar si fosse fermato (il radar era provvisto di un dispositivo per la cancellazione automatica degli echi fissi, cioè dei corpi non in movimento), o addirittura volatilizzato. Dopo un intervallo di una battuta o due dell’antenna del rotante, riappariva sullo schermo, in un’altra posizione: "Distanza 21 miglia, velocità stimata intorno ai 60 nodi", comunicava l’operatore leggendo i dati sul reticolo dello schermo.
Qualcuno degli uomini che, in sala controllo, si erano raggruppati attorno al tavolo del radarista per seguire lo spettacolo della traccia di quel corpo volante dell’apparente grandezza di un aereo di linea ("analoga a quella di un DC-7 o di un Caravelle", venne poi confermato) che si muoveva però a scatti effettuando virate a 90 gradi che nessun aereo conosciuto potrebbe compiere senza disintegrarsi, decise di andare a dare un’occhiata fuori. Erano le 22 e 40. "Contro il cielo nero - dice uno dei testimoni - nella posizione rilevata dal radar, spiccava un globo luminoso perfettamente visibile a occhio nudo e che si muoveva compiendo le strane evoluzioni rilevate dall’occhio elettronico. Cambiava di colore passando dal blu al verde, al rosso e al bianco, e lasciava dietro di sé una scia. Data la distanza - 21 miglia - per essere così ben visibile a occhio nudo doveva avere in effetti dimensioni ragguardevoli".
La scorsa settimana, questo è stato uno solo dei tanti avvistamenti di oggetti volanti non identificati effettuati nello spazio aereo intorno, a Mortara, in Piemonte, [sic] da un radar della difesa. Un paio di sere prima, oltre a quello di Mortara anche un altro radar di diverso tipo e di portata più ridotta (il cosiddetto ‘radar di avvicinamento’ dell’aeroporto torinese di Caselle) aveva avvistato un altro misterioso oggetto volante. La segnalazione era stata confermata anche dai militari in servizio alla torre di controllo di Caselle e dai piloti di tre aerei in volo. Quella notte, il radar di Mortara aveva però visto anche altri 11 oggetti volanti non identificati quindi, in totale due in meno di quelli che avrebbe segnalato un paio di notti dopo, quando gli uomini di turno nella sala controllo avrebbero identificato 10 tracce sconosciute.
"Mai visto niente di simile" -, dice il capitano Marco Rubbi, dello Stato Maggiore della prima Regione aerea. (...)
Come spazialista, Rubbi è anche propenso a concedere un certo margine di credibilità all’esistenza di oggetti volanti sconosciuti; ma come ufficiale dell’aviazione non si permette divagazioni, si attiene ai fatti. "E i fatti - dice - si riassumono nell’avvistamento senza ombra di dubbio, perché controllato elettronicamente e a vista da esperti in sorveglianza del cielo, di corpi luminosi che si sono presentati anche in gruppi di quattro o cinque, oltre che isolatamente, e dei quali in un caso si è potuta determinare anche la quota: 12mila piedi, 3.600 metri. Tutti avevano in comune uno strano movimento a scatti, con mutamenti di velocità repentini in più o in meno, fino a zero. La velocità si è sempre mediamente mantenuta fra i 60 e 150 nodi. Nel corso del primo rilevamento, una traccia ha però toccato per tre o quattro minuti una punta di 1.370 chilometri orari, e nel corso del secondo (quello di due notti dopo) un’altra traccia ha raggiunto i 1.870 chilometri orari. Il resto (storie di caccia lanciati all’inseguimento dei misteriosi globi, ordini da noi emanati di ’non parlare assolutamente dell’argomento’, come qualche giornale ha scritto) è pura fantasia".
In altre parole, il radar di Mortara ha segnalato corpi volanti non identificati aventi velocità medie fra i 111 e i 278 chilometri orari, e a distanze variabili dai 39 chilometri in avanti. Gli avvistamenti sono sostanzialmente avvenuti entro i confini di un ideale rombo avente come vertici Torino, Voghera, Alassio e il Monviso».
Queste informazioni venivano inoltre riprese nel corso di una conferenza [24] tenuta dallo stesso ufficiale il 27 febbraio 1975 presso il circolo Lions di Vigevano. In tale contesto riferì che i radar del CRP/C di Mortara (per l’esattezza l’AN/FPS-88 di avvistamento azimuthale di fabbricazione americana, e il radar di quota S269 di fabbricazione inglese), erano all’epoca dotati di un sistema semi-automatizzato e che il recording del computer determinò «inequivocabilmente» - come lui stesso verificò - l’avvistamento di oggetti volanti non identificati. In un solo caso, come dicevamo, fu rilevata la quota: a suo avviso questa assenza di rilevamenti da parte dei radar di quota è facilmente spiegabile considerando le differenti caratteristiche dei lobi di esplorazione di questi ultimi rispetto a quelle dei radar azimuthali.
Pur ritenendo inconfutabili queste testimonianze, in un caso e avvalorate anche da osservazione visiva da parte di un gruppo di controllori, il Rubbi ancora oggi ritiene si sia trattato di particolari fenomeni atmosferici poco conosciuti (plasma e/o fulmini globulari) che a suo avviso renderebbero conto delle caratteristiche ottiche rilevate: variazioni cromatiche, movimenti repentini, virate a 90°, accelerazioni violente ed improvvisi arresti. Quasi a conferma del documento di analisi redatto da Igino Gatti.

CONFERME E SMENTITE
Nell’ambito delle nostre indagini abbiamo potuto inoltre avvicinare personale operativo in servizio quella notte all’aeroporto di Caselle (tutt’oggi restio a parlare dell’accaduto) e l’allora col. Franco Rustichelli che comandava il settore militare dell’aeroporto. Questi ci ha innanzitutto precisato di non essere stato testimone diretto dell’avvistamento in quanto quella sera (come peraltro avevamo già appurato da altre fonti) non era in servizio. Ha confermato le prime dichiarazioni rilasciate alla stampa, cui era stato autorizzato dall’allora colonnello addetto alle pubbliche relazioni presso la Regione Aerea, e precisamente [25]: «Ieri sera, un punto materiale, luminoso di luce non eccessivamente intensa, era realmente fermo e si muoveva a velocità estremamente limitata, un miglio o due in direzione ovest. Si è spostato poi con movimento lento e graduale sempre in direzione ovest fino a quattro miglia verso l’imbocco della Val di Susa. Il pilota di un Piper è riuscito ad avvicinare l’oggetto fino a un miglio e mezzo circa. Allora il punto materiale prendeva velocità e si allontanava alzandosi in quota». Ci ha ribadito inoltre la conferma radarica (GCA), di cui però non è stato possibile acquisire alcuna documentazione strumentale, e la probabile compilazione da parte del personale coinvolto dei relativi moduli di segnalazione di OVNI, di cui peraltro non abbiamo trovato traccia. Come altri ufficiali e sottufficiali dell’A.M. da noi intervistati in merito, ha decisamente negato:
a) che fossero state condotte indagini ufficiali più approfondite in merito all’avvistamento radar e visuale;
b) che siano state ordinate azioni tattiche per il riconoscimento in volo (scramble da Cameri), come confermato anche dai documenti ufficiali recentemente declassificati;
c) che vi sia stato un interessamento diretto, come riportato con enfasi all’epoca da diversi organi di stampa [27], da parte di rappresentanti della NATO giunti appositamente da Napoli. (Questo particolare ci è stato anche ribadito dal LT Col. dell’USAF Lowell R. Boyd Jr. dell’Ufficio Comando dell’Allied Air Forces Southerns Europe con sede a Bagnoli, Napoli);
d) che siano stati adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di personale militare relativamente a notizie fornite alla stampa, peraltro autorizzate;
e) che sia stata emessa una circolare in cui si sarebbe rammentato il divieto assoluto di fornire informazioni relative agli UFO da parte di personale militare [28] come già confermatoci all’epoca da un ufficiale dell’AM in servizio presso la Prima Regione Aerea [29].
Una delle persone che contribuirono a far circolare questa notizia fu Silvio Davier, all’epoca responsabile della "commissione" ufologica del gruppo torinese Spazio 4, che nel corso di una recente telefonata ci ha fatto capire - come già dubitavamo fortemente - che si sia trattato di un’invenzione nell’intento di dare maggiore pubblicità al proprio operato [30].
Si può quindi affermare che numerosi giornalisti (come quell’inviato di Stampa Sera che arrivò a produre con dei calchi impronte umane di grossa fattura sulla neve, alle pendici del monte Rocciamelone) nonché diversi ufologi, all’epoca generarono addirittura delle notizie false, ripescando quanto era possibile nel calderone delle credenze ufologiche e dando origine a vere e proprie leggende, che in parte perdurano a tutt’oggi.
Come uno degli ufficiali da noi avvicinati ci ha confidato, al di là delle dichiarazioni improprie e disparate messe loro in bocca, misteri dal punto di vista militare, difensivo e di intelligence all’epoca non ce ne furono, se non, ovviamente, l’avvistamento stesso.
L’atteggiamento dalle autorità preposte fu però distaccato e superficiale, se inquadrato in quel periodo particolare dal punto di vista strategico e politico, del quale vale la pena ricordare almeno tre fatti significativi.
Innanzitutto il verificarsi di molteplici rilevazioni radar di velocissimi echi effettuate negli anni ‘70 e che, filtrate a volte attraverso le maglie della riservatezza militare, erano con ogni probabilità riferibili a sorvoli a scopo ricognitivo da parte dì velivoli teleguidati (drones) sovietici supersonici del tipo Tupolev Tu-12 DBR o di aerei pilotati Mig 25-R (Foxbat.B in codice NATO), questi ultimi espressamente concepiti per l’intercettazione degli avanzatissimi bombardieri statunitensi North American XB-70 e riadattati per la ricognizione strategica (con la possibilità di superare mach 3 a postbruciatore inserito) [31].
In secondo luogo l’emissione da parte dell’autorità nazionale per la sicurezza di documenti contenenti avvisi e previsioni circa attentati contro installazioni aeroportuali italiane da parte di formazioni estremiste palestinesi (in particolare uno di essi, datato 12 ottobre 1973, raccomandava la massima sorveglianza di tali installazioni [32]). E a questo proposito non può passare inosservata la notevole quantità di osservazioni ufologiche presso basi dell’Aeronautica Militare, numerose delle quali agli atti, verificatesi in questo periodo e concernenti anche un caso con misteriose entità animate [33].
Per ultimo l’interesse dei servizi di spionaggio stranieri (soprattutto dei paesi dell’est) per l’aeroporto di Torino-Caselle spesso utilizzato per le prove di nuovi prototipi destinati all’uso militare, come dimostrato ancora di recente in seguito all’aereo russo Antonov precipitato mentre era in fase di atterraggio [34].
Sono tutti elementi, questi, che meriterebbero una più attenta lettura ed interpretazione che va al di là del mero interesse ufologico.

IDENTIFICATO O NON IDENTICATO
L’ufologo francese Michel Monnerie in un suo libro alquanto contestato e controverso [35] affermò, senza peraltro aver effettuato alcuna indagine diretta, ma basandosi unicamente su fonti giornalistiche, di essere convinto che l’oggetto avvistato a Caselle fosse riconducibile al pianeta Venere, quella sera particolarmente luminoso stante le concomitanti ottimali condizioni meteorologiche. E, come Igino Gatti, è del parere che gli echi radar siano riferibili ad aberrazioni strumentali o a errori degli operatori. Il tutto condito all’insegna della... suggestione collettiva.
Non neghiamo che l’ipotesi astronomica (Venere) sia interessante e che di fatto possa rendere conto di numerose segnalazioni da noi raccolte, riferibili non solo al 30 novembre ma anche ai giorni precedenti (si pensi al noto caso Contin) e, soprattutto, alla conseguente psicosi da UFO che generò decine di avvistamenti in tutto il Piemonte.
Ma di fatto tale interpretazione - a meno che si voglia non prestare fede alle testimonianze raccolte - non giustifica pienamente le caratteristiche aerodinamiche dell’UFO segnalate dai piloti Riccardo Marano, che ne tentò l’inseguimento, e Franco Tracquilio.
Si potrebbe peraltro chiamare in causa quella che in medicina aeronautica viene definita "illusione autocinetica" [36]. Essa consiste in moti apparenti di un oggetto luminoso, nel campo visivo del pilota quando l’insieme dei punti di riferimento visivi (la cornice percettiva) difettano o sono del tutto assenti. In genere, l’illusione di moto apparente è proiettata su un oggetto determinato del campo visivo (l’oggetto luminoso sembra muoversi bizzarramente rispetto all’aereo), ma può anche essere imputata a movimenti dell’aereo stesso rispetto all’oggetto, analogamente alle illusioni di movimento che nascono dal moto relativo di un treno rispetto ad un altro ancora fermo. L’autocinesi, a detta degli studiosi della percezione, interviene soprattutto quando il o i punti di riferimento sono di piccolo diametro o poco illuminati.
Pur se si tratta di disquisizioni suggestive, riteniamo che per il caso in questione, se si vuole rimanere ben saldi a quell’onestà intellettuale che dovrebbe permeare l’operato di ogni serio studioso e ricercatore, al momento attuale non sia possibile dare alcuna risposta esaustiva che tenga conto delle varie dinamiche emerse in sede d’indagine, a meno che non si voglia forzare la mano. In questo caso, pur facendo riferimento alla cosiddetta economia delle ipotesi, le coincidenze sarebbero veramente tante, anzi troppe, e paradossalmente più fascinose dello stesso fenomeno UFO.