lunedì 31 ottobre 2011

I Famosi casi Iraniani

1976
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18-19 Settembre, Iran, Aeroporto di Mehrabad, un oggetto volante non identificato proiettante bagliori bluastri, rossi e verdi, era stato scorto dal personale della Torre di Controllo e successivamente intercettato da 2 caccia militari.

1976 Settembre, Iran, Teheran, Circa 6 anni dopo la chiusura del Project Blue Book, un avvistamento coinvolse due Jet "F-4 Phantom" e un UFO sui cieli iraniani. Dopo l'avvistamento visivo di uno strano oggetto luminoso e brillante da parte di centinaia di testimoni, i radar iraniani iniziarono a rilevare un obiettivo non identificato e 2 jet vennero mandati ad intercettare e ad identificare l'UFO. Appena il primo velivolo si avvicinò (entro le 25 miglia nautiche), le comunicazioni si interruppero.
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Nel frattempo anche il secondo dei jet si avvicinò velocemente, e il pilota potè vedere che Dall'UFO era partito un piccolo oggetto. Istantaneamente, l'aereo perse le comunicazioni e il pilota armò i missili aria-aria. Il piccolo UFO volò vicino al velivolo iraniano bloccandogli il sistema dei missili. Il pilota poi eseguì un'azione evasiva (una picchiata) per distaccare l'oggetto "sparato" dalla punta della calotta dell'UFO. L'aereo venne mancato. Allora il piccolo oggetto volò verso il grande UFO e vi si unì perfettamente. Il documento al riguardo venne ottenuto grazie all'Atto per la Libertà dell'Informazione, e fu impossibile per il Governo cercare di smontare Questo caso.
1976 19 Settembre, Iran, Teheran, ore 13:40, decine di iraniani osservano un misterioso oggetto volante che sorvola la capitale. Anche le forze armate scorgono L'oggetto, allertate.
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Immediatamente il luogotenete Jafari, del comando dell'aviazione iraniana, lancia il suo Phantom F4 contro l'oggetto. Quando il caccia intercetta l'UFO, ecco che quest'ultimo accelera improvvisamente, emettendo bagliori Blu, Verdi, Rossi e Arancioni. Jafari sta per lanciarsi nuovamente all'inseguimento quando, a sorpresa l'UFO attacca. Il disco volante spara un oggetto brillante contro l'F4. I comandi del caccia iraniano si bloccano, gli strumenti non rispondono, si interrompe il contatto con la torre di controllo di Hamadan. Jafari, riesce a manovrare in picchiata, giusto in tempo per evitare il piccolo oggetto brillante. Quindi, temerariamente, si trova ancora ad inseguire l'oggetto. L'UFO spara un secondo colpo, Jafari precipita verso terra con uno scoppio di luci, riprende nuovamente il controllo. T
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roppo tardi, l'UFO non c'è più. Il caso trapela, troppi testimoni assistono alla scena e la vicenda varca i confini del paese, sebbene l'aeronautica iraniana cerchi di occultare il caso con L'aiuto di un quotidiano, il Kayhan International, pubblicato a Teheran in lingua inglese. Immediatamente si attivano i servizi di Intelligence americani, in ottimi rapporti con la dinastia Palhavi. Il servizio segreto della DIA stila un dettagliato rapporto che finisce negli archivi del Pentagono. Si tratta di uno scritto di 3 pagine che verrà successivamente divulgato in America, a furia di battaglie legali, solo l'anno seguente. Spiegazione data dai servizi di Intelligence: si era trattato di una meteora o parte di satellite, di cui non è stato registrato il rientro. L'insabbiamento governativo durò fino all'8 Ottobre del 1978, quando un UFO campanulare venne fotografato su Teheran da Abrahim Youri, un altro disco perfettamente identico era stato immortalato a Shiraz. Tra i tanti testimoni, della storia Jafari, c'era una donna, che telefonando dal quartiere di Shemiran, aveva telefonato all'addetto militare del MAAG sbraitando: "Dite a quell'elicottero con una luce sopra di andarsene dalla mia casa, perchè mi sono spaventata...".
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1976: 12 Novembre, Spagna, base aeronautica di Talavera la Real (provincia di Badajoz), ore 1:45 3 sentinelle, José Maria Trejo, Juan Carrizosa Lujan e José Hidalgo, vengono allertate da una serie di penetranti sibili e luci nel cielo sopra i depositi di carburante della base. Hanno appena iniziato a perlustrare il perimetro loro affidato, quando qualcosa, una luce verdastra li fronteggia nell'oscurità. E' una figura dai contorni umani, alta almeno 3 metri, a circa 15 metri da loro, che sembra avere una testa piccola coperta da un elmetto, un corpo grosso e braccia lunghe, allargate a croce. I 3 dopo il comprensibile terrore unito ad una sensazione di indebolimento delle membra, reagiscono alla straordinaria apparizione, sparando con i mitra, ai primi colpi, la figura scompare con come in un flash del televisore. Concreti sviluppi, in seguito a questo sconcertante incontro, non ce sono stati, tranne grandi disturbi psico-fisiologici per il soldato Trejo, il più coraggioso dei 3 militari coinvolti nella sparatoria

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